Il Castello di Borgo Fornari
Il Castello è presente come “Castello di Borgo” nel Privilegium di Federico Barbarossa del 1176 tra i castelli che in diversi tempi erano stati proprietà del Comune e dei Vescovi di Tortona.
In antichi documenti viene citato come “Castello di Vallescrivia” forse proprio per il particolare ruolo che svolgeva all’interno del territorio. Con l’inizio del XIII secolo il Castello passò nelle mani della famiglia genovese dei Fornari che fu anche promotrice della nascita del borgo: il Burgi Novi Fornariorum come testimoniato da una Bolla di Papa Onorio III del 1217. Divenne proprietà della famiglia Spinola nel 1253 quando Niccolò lo comprò da Giovanni marchese di Gavi.
Nel 1313 l’Imperatore Enrico VII concesse l’investitura imperiale su questo e altri castelli e territori tra la Val Borbera e Scrivia a Opizzino Spinola. Tra i secoli XIV e XVI il Castello ed il borgo seguirono le alterne vicende politiche e militari di Genova passando sotto la giurisdizione prima degli Spinola, poi della stessa Genova, dei Doria e degli Adorno. Nel corso del XV secolo venne anche occupato più volte dalle truppe milanesi interessate al dominio su Genova.
Anche se il Castello ed il borgo furono per lungo tempo gestiti in comproprietà con altre nobili famiglie genovesi nella pratica il loro destino fu saldamente legato alla famiglia Spinola. Con la costruzione, nella metà del Seicento, di un palazzo nel borgo, il Castello perse la sua funzione residenziale e di rappresentanza della famiglia feudale.
A partire dall’Ottocento fu utilizzato come abitazione contadina e le sue parti strutturali vennero ulteriormente modificate come nel caso della costruzione di un casolare nella cosiddetta corte inferiore.
L’operazione di recupero e restauro ha conferito al Castello un ruolo determinante nel tessuto culturale della Valle Scrivia ponendolo in diretta interazione con il sistema di tutti gli insediamenti fortificati.
Costruito su un pianoro a controllo di una delle vie commerciali che collegavano il porto di Genova ai ricchi mercati della Pianura Padana, oggi il Castello si presenta come il frutto di un processo costruttivo graduale. La torre a pianta semicircolare è forse la parte più antica del castello, ad essa si accedeva attraverso un’apertura posta nel lato rettilineo a circa 9 metri d’altezza. L’attuale “corte superiore” doveva essere la parte più propriamente residenziale dell’intera struttura: un tempo coperta e scandita da diversi piani presenta ancora nella muratura a nord le tracce di un ampio camino.
Di notevole pregio è il rivestimento esterno in mattoni che ricopre la parte superiore delle murature. Esso costituisce una particolare eccezione nel panorama costruttivo dei castelli in Liguria.
In occasione dei restauri, sono state condotte due campagne di scavo archeologico che hanno permesso di individuare alcuni elementi murari che testimoniano la complessa articolazione ed evoluzione della struttura nelle varie epoche. Le ceramiche recuperate ed ora esposte nel Museo Archeologico Alta Valle Scrivia provengono da diverse aree del mediterraneo. Per la loro qualità, in particolare alcuni frammenti di smaltata spagnola, testimoniano un elevato stile di vita degli abitanti del castello già suggerito dai documenti d’archivio.
All’interno del casolare nella “corte inferiore”, grazie al recupero degli spazi interni, al ripristino del tetto e alla costituzione dei solai lignei crollati, è stato allestito un percorso didattico sulla vita nel medioevo e aule per lo svolgimento di laboratori didattici.
Il Castello, oggi visitabile, rivive grazie ad eventi come spettacoli teatrali, concerti, rievocazioni e serate dedicate all’osservazione dei corpi celesti.
In antichi documenti viene citato come “Castello di Vallescrivia” forse proprio per il particolare ruolo che svolgeva all’interno del territorio. Con l’inizio del XIII secolo il Castello passò nelle mani della famiglia genovese dei Fornari che fu anche promotrice della nascita del borgo: il Burgi Novi Fornariorum come testimoniato da una Bolla di Papa Onorio III del 1217. Divenne proprietà della famiglia Spinola nel 1253 quando Niccolò lo comprò da Giovanni marchese di Gavi.
Nel 1313 l’Imperatore Enrico VII concesse l’investitura imperiale su questo e altri castelli e territori tra la Val Borbera e Scrivia a Opizzino Spinola. Tra i secoli XIV e XVI il Castello ed il borgo seguirono le alterne vicende politiche e militari di Genova passando sotto la giurisdizione prima degli Spinola, poi della stessa Genova, dei Doria e degli Adorno. Nel corso del XV secolo venne anche occupato più volte dalle truppe milanesi interessate al dominio su Genova.
Anche se il Castello ed il borgo furono per lungo tempo gestiti in comproprietà con altre nobili famiglie genovesi nella pratica il loro destino fu saldamente legato alla famiglia Spinola. Con la costruzione, nella metà del Seicento, di un palazzo nel borgo, il Castello perse la sua funzione residenziale e di rappresentanza della famiglia feudale.
A partire dall’Ottocento fu utilizzato come abitazione contadina e le sue parti strutturali vennero ulteriormente modificate come nel caso della costruzione di un casolare nella cosiddetta corte inferiore.
L’operazione di recupero e restauro ha conferito al Castello un ruolo determinante nel tessuto culturale della Valle Scrivia ponendolo in diretta interazione con il sistema di tutti gli insediamenti fortificati.
Costruito su un pianoro a controllo di una delle vie commerciali che collegavano il porto di Genova ai ricchi mercati della Pianura Padana, oggi il Castello si presenta come il frutto di un processo costruttivo graduale. La torre a pianta semicircolare è forse la parte più antica del castello, ad essa si accedeva attraverso un’apertura posta nel lato rettilineo a circa 9 metri d’altezza. L’attuale “corte superiore” doveva essere la parte più propriamente residenziale dell’intera struttura: un tempo coperta e scandita da diversi piani presenta ancora nella muratura a nord le tracce di un ampio camino.
Di notevole pregio è il rivestimento esterno in mattoni che ricopre la parte superiore delle murature. Esso costituisce una particolare eccezione nel panorama costruttivo dei castelli in Liguria.
In occasione dei restauri, sono state condotte due campagne di scavo archeologico che hanno permesso di individuare alcuni elementi murari che testimoniano la complessa articolazione ed evoluzione della struttura nelle varie epoche. Le ceramiche recuperate ed ora esposte nel Museo Archeologico Alta Valle Scrivia provengono da diverse aree del mediterraneo. Per la loro qualità, in particolare alcuni frammenti di smaltata spagnola, testimoniano un elevato stile di vita degli abitanti del castello già suggerito dai documenti d’archivio.
All’interno del casolare nella “corte inferiore”, grazie al recupero degli spazi interni, al ripristino del tetto e alla costituzione dei solai lignei crollati, è stato allestito un percorso didattico sulla vita nel medioevo e aule per lo svolgimento di laboratori didattici.
Il Castello, oggi visitabile, rivive grazie ad eventi come spettacoli teatrali, concerti, rievocazioni e serate dedicate all’osservazione dei corpi celesti.
Prospetto del casolare ottocentesco affiancato alla struttura castellana che al suo interno ospita una sezione museale sulla vita nel medioevo.