I Fieschi
Quella dei Fieschi è una delle più importanti famiglie genovesi, di origine antica, discende dai Conti di Lavagna, signori insediati nella Liguria orientale e nel Parmense.
Fondarono le loro ricchezze non solo nell'attività mercantile e finanziaria, ma anche attraverso il controllo delle strade lungo gli itinerari commerciali che collegavano la Riviera Ligure con i territori dell'Emilia e della Pianura Padana. Inoltre la gestione dei domini nell'entroterra garantì loro un'ampia area di consenso e di uomini fidati pronti all'occorrenza a radunarsi in aiuto del casato.
Grazie ad oculate politiche di alleanza e matrimoniali riuscirono ad ottenere posizioni di rilievo e potere all'interno del governo della città di Genova e nel panorama politico mediterraneo.
Nel tempo consolidarono i loro domini e ampliarono le aree di influenza attraverso l'occupazioni di cariche e posizioni di rilievo nelle gerarchie ecclesiastiche. Tanto che nel duecento ottennero anche la nomina di due pontefici provenienti dalla loro casata come Sinibaldo Fieschi divenuto papa con il nome di Innocenzo IV e il nipote Ottobono salito al soglio pontificio come Adriano V.
Proprio in questo periodo e soprattutto grazie all'abilità politica e diplomatica di questi due personaggi ebbero inizio per la famiglia Fieschi le fiorenti relazioni con le più importanti case reali e stati europei. Un respiro internazionale e un'intelligente apertura verso nuovi orizzonti che porteranno la famiglia ad intrattenere rapporti con i regni dell'Europa Orientale, dell'Africa e addirittura con il Gran Khan dei mongoli.
Il prestigio della famiglia è evidente anche nelle sue raffinate committenze. Oggetti preziosi e architetture monumentali e funzionali frutto di maestranze specializzate operanti a livello europeo. Segni sul territorio che veicolano un messaggio di capacità economica, potere e profonda cultura. Come la splendida Insula di Cogorno, primigenia roccaforte del potere fliscano. In essa si affaccia l'armoniosa Basilica di San Salvatore costruita sotto l'egida dei due Papi Fieschi, e che rappresenta, con il grande rosone centrale e le sue decorazioni, il primo esempio di gotico francese della nostra regione.
Anche l'Abbazia di Borzone, altro meraviglioso esempio di architettura religiosa medievale, fu ristruttura ed ampliata nel segno del patrocinio della famiglia Fieschi.
Committenza che sul territorio si esprime anche nella realizzazione di opere strategiche e di raffinata ingegneria come il Ponte della Maddalena che con le sue tredici arcate univa Chiavari a Lavagna.
A Genova, i Fieschi, realizzarono il loro quartiere sulla collina di Carignano. Da qui cercarono di dirigere, o perlomeno indirizzare, a proprio favore gli equilibri e la politica genovese.
Il loro palazzo in Via Lata, distrutto per vendetta dai Doria dopo la congiura dei Fieschi, era definito nelle cronache come "… il più eminente, più magnifico, più maestrevolmente fabbricato [...] di sale, di camere, di logge, d’archi, di colonne ornato …".
Nei territori appenninici anche le architetture castellane furono segno della magnificenza e della forza del loro dominio. Strutture, come nel caso dei castelli di Montoggio e Torriglia, dotate di imponenti mura e sistemi difensivi, ma allo stesso tempo ricche dimore rinascimentali. Decorati con preziosi arredi, opere pittoriche e scultoree ormai ricostruibili solo attraverso un'attenta lettura delle fonti documentali. Alcuni di essi evidenziano il gusto, la cultura, ma anche l'ampio raggio di relazioni della famiglia come per esempio le porcellane cinesi presenti nel testamento del cardinale Luca Fieschi o la splendida croce pettorale con la reliquia della Vera Croce donata da papa Innocenzo IV alla Basilica di San Salvatore di Cogorno e oggi conservata nel Museo Diocesano di Chiavari.
La potenza della famiglia a livello internazionale è anche resa evidente dalla definizione di "Stato Fieschi" utilizzata dall'ambasciatore imperiale di Carlo V a Genova Suarez de Figueroa prima e poi da Jacques Heers.
Nel 1400 i territori dell'entroterra ed in particolare, i castelli ed i feudi della famiglia Fieschi, entrarono negli interessi del duca di Milano intenzionato ad ottenere una via veloce e sicura verso Genova ed il mare.
Nel 1547, il fallimento della congiura ordita da GianLuigi Fieschi, segnò la rovina del casato e la fine del dominio dei Fieschi in questi territori a favore della famiglia Doria. Considerati nemici della Repubblica, i loro beni furono confiscati e i discendenti allontanati dalla politica genovese.
Unica eccezione risulteranno i territori del Feudo di Savignone che rimasero di proprietà del conte Ettore Fieschi, poiché egli con il ramo della famiglia di Savignone non aveva preso parte alla congiura e si era dimostrato fedele alleato della Repubblica.
I discendenti dei congiurati trovarono rifugio nel regno francese, sotto la protezione di Luigi XIV e dei reali europei continuarono a condizionare ed influire ancora una volta nelle sorti della politica genovese
Fondarono le loro ricchezze non solo nell'attività mercantile e finanziaria, ma anche attraverso il controllo delle strade lungo gli itinerari commerciali che collegavano la Riviera Ligure con i territori dell'Emilia e della Pianura Padana. Inoltre la gestione dei domini nell'entroterra garantì loro un'ampia area di consenso e di uomini fidati pronti all'occorrenza a radunarsi in aiuto del casato.
Grazie ad oculate politiche di alleanza e matrimoniali riuscirono ad ottenere posizioni di rilievo e potere all'interno del governo della città di Genova e nel panorama politico mediterraneo.
Nel tempo consolidarono i loro domini e ampliarono le aree di influenza attraverso l'occupazioni di cariche e posizioni di rilievo nelle gerarchie ecclesiastiche. Tanto che nel duecento ottennero anche la nomina di due pontefici provenienti dalla loro casata come Sinibaldo Fieschi divenuto papa con il nome di Innocenzo IV e il nipote Ottobono salito al soglio pontificio come Adriano V.
Proprio in questo periodo e soprattutto grazie all'abilità politica e diplomatica di questi due personaggi ebbero inizio per la famiglia Fieschi le fiorenti relazioni con le più importanti case reali e stati europei. Un respiro internazionale e un'intelligente apertura verso nuovi orizzonti che porteranno la famiglia ad intrattenere rapporti con i regni dell'Europa Orientale, dell'Africa e addirittura con il Gran Khan dei mongoli.
Il prestigio della famiglia è evidente anche nelle sue raffinate committenze. Oggetti preziosi e architetture monumentali e funzionali frutto di maestranze specializzate operanti a livello europeo. Segni sul territorio che veicolano un messaggio di capacità economica, potere e profonda cultura. Come la splendida Insula di Cogorno, primigenia roccaforte del potere fliscano. In essa si affaccia l'armoniosa Basilica di San Salvatore costruita sotto l'egida dei due Papi Fieschi, e che rappresenta, con il grande rosone centrale e le sue decorazioni, il primo esempio di gotico francese della nostra regione.
Anche l'Abbazia di Borzone, altro meraviglioso esempio di architettura religiosa medievale, fu ristruttura ed ampliata nel segno del patrocinio della famiglia Fieschi.
Committenza che sul territorio si esprime anche nella realizzazione di opere strategiche e di raffinata ingegneria come il Ponte della Maddalena che con le sue tredici arcate univa Chiavari a Lavagna.
A Genova, i Fieschi, realizzarono il loro quartiere sulla collina di Carignano. Da qui cercarono di dirigere, o perlomeno indirizzare, a proprio favore gli equilibri e la politica genovese.
Il loro palazzo in Via Lata, distrutto per vendetta dai Doria dopo la congiura dei Fieschi, era definito nelle cronache come "… il più eminente, più magnifico, più maestrevolmente fabbricato [...] di sale, di camere, di logge, d’archi, di colonne ornato …".
Nei territori appenninici anche le architetture castellane furono segno della magnificenza e della forza del loro dominio. Strutture, come nel caso dei castelli di Montoggio e Torriglia, dotate di imponenti mura e sistemi difensivi, ma allo stesso tempo ricche dimore rinascimentali. Decorati con preziosi arredi, opere pittoriche e scultoree ormai ricostruibili solo attraverso un'attenta lettura delle fonti documentali. Alcuni di essi evidenziano il gusto, la cultura, ma anche l'ampio raggio di relazioni della famiglia come per esempio le porcellane cinesi presenti nel testamento del cardinale Luca Fieschi o la splendida croce pettorale con la reliquia della Vera Croce donata da papa Innocenzo IV alla Basilica di San Salvatore di Cogorno e oggi conservata nel Museo Diocesano di Chiavari.
La potenza della famiglia a livello internazionale è anche resa evidente dalla definizione di "Stato Fieschi" utilizzata dall'ambasciatore imperiale di Carlo V a Genova Suarez de Figueroa prima e poi da Jacques Heers.
Nel 1400 i territori dell'entroterra ed in particolare, i castelli ed i feudi della famiglia Fieschi, entrarono negli interessi del duca di Milano intenzionato ad ottenere una via veloce e sicura verso Genova ed il mare.
Nel 1547, il fallimento della congiura ordita da GianLuigi Fieschi, segnò la rovina del casato e la fine del dominio dei Fieschi in questi territori a favore della famiglia Doria. Considerati nemici della Repubblica, i loro beni furono confiscati e i discendenti allontanati dalla politica genovese.
Unica eccezione risulteranno i territori del Feudo di Savignone che rimasero di proprietà del conte Ettore Fieschi, poiché egli con il ramo della famiglia di Savignone non aveva preso parte alla congiura e si era dimostrato fedele alleato della Repubblica.
I discendenti dei congiurati trovarono rifugio nel regno francese, sotto la protezione di Luigi XIV e dei reali europei continuarono a condizionare ed influire ancora una volta nelle sorti della politica genovese
Il loro stemma, costituito dall’alternarsi di bande blu e argento, col passare del tempo si arricchì con l’immagine del gatto ed il motto “Sedens ago”, il cui significato esprime la sapienza che prevale con l'ingegno sulla forza. Il loro grido di battaglia "Gatto, Gatto" poteva invece rieccheggiare tra gli uomini più fidati.