Il Comune di Vobbia

Risalendo le strette gole del torrente, nel punto dove il corso del Vobbia si allarga in una piana si adagia l’omonino paese. Il tessuto urbano del centro si dirada man mano che risale le pendici. Sull’abitato emerge la chiesa parrocchiale di Nostra Signora delle Grazie, costruita nei primi del Settecento con il contributo della popolazione locale; conserva una statua della Madonna delle Grazie attribuita all’artista genovese Anton Maria Maragliano.

L’Oratorio della Santissima Trinità fu edificato intorno al 1632. La Confraternita era dedita ad opere di carità rivolte ai valligiani, ai pellegrini e al riscatto dei cristiani fatti schiavi. In fondo all’abside sono rappresentati i fondatori dell’ordine dei Trinitari: San Felice di Valois e San Giovanni di Matha. Negli affreschi dei quattro evangelisti, ai lati dell’altare, è possibile riconoscere una raffigurazioni del Castello della Pietra che si erge maestoso sui vicini torrioni di conglomerato oligocenico. Oggi l’oratorio è anche sede del piccolo Museo delle Confraternite dell’Alta Valle Scrivia.

Nel fondovalle sotto lo sperone roccioso del Castello della Pietra, e ormai sovrastato dalla strada provinciale, si scorge ancora l’arcata superstite del Ponte di Zan. Secondo la tradizione fu costruito in una sola notte dal diavolo in cambio della prima anima che lo avesse attraversato. Per la storia fu probabilemnte costruito su iniziativa di Giovanni Malaspina, figlio di Opizzone della Pietra, da cui prenderà il nome. Infatti Zan è un diminutivo di Giovanni.

Numerose sono le mulattiere che attraversano il territorio comunale e che conduco ai piccoli nuclei sparsi sulle pendici vallive come Salata, Arezzo, Noceto e Alpe.

Sullo spartiacque che divide la Valle del Vobbia dalla Val Borbera, si incontra, in uno straordinario punto di percezione scenica, la Cappelletta di San Fermo al cui interno sono conservati due bassorilievi di Santi recanti lo stemma della famiglia Spinola.