Il Comune di Valbrevenna
La Valbrevenna per l’assetto orografico del suo territorio non ha avuto l’intensa urbanizzazione che ha interessato il fondovalle del bacino dello Scrivia. Per questo motivo si è conservato un ambiente pressochè incontaminato che testimonia la civiltà contadina e la vita fra questi monti. Aree coltive strappate ai versanti scoscesi dal duro lavoro dell’uomo e ancora visibili nei terrazzamenti sostenuti da muri in pietra a secco che disegnano i pendii.
I nuclei abitati sono sparsi sui versanti, ciascuno connotato da una sua identità. Come Casareggio e Tonno, adagiati lungo il pendio, con le loro case in pietra e i lavatoi all’esterno.
I numerosi rii che segnano la valle, hanno rappresentato, per molti secoli un’importante fonte di energia per le attività contadine. E’ facile così imbattersi nei resti di antichi mulini che un tempo erano utilizzati per la produzione della farina in particolare di castagne. Capolavori dell’ingegneria idraulica come i tre mulini di Frassineto: disposti uno di seguito all’altro per sfruttare al meglio la forza motrice dell’acqua e macinare, contemporaneamente, tre prodotti differenti: grano, castagne e mais.
La coltura del castagno ha condizionato la vita degli abitanti di questo territorio. Percorrendo la strada che conduce a Pareto si possono visitare alcuni seccherecci per castagne ora riportati nelle forme originali.
A Frassinello sorge un edificio che lascia ancora trasparire i connotati della primitiva Palazzina di caccia dei Fieschi.
Attrae subito l’attenzione il Santuario di Nostra Signora dell’Acqua, le cui forme attuali risalgono alla metà del Settecento, ricorda la miracolosa guarigione dalla peste di una pastorella che aveva bevuto l’acqua di una fonte vicina. In passato è stata anche un importante punto di riferimento devozionale per i numerosi emigranti sparsi nel mondo che hanno lasciato il territorio a partire dall’Ottocento. Devozione locale espressa anche nella piccola Cappella di San Giacomo di Mareta, costruita nel 1576, le cui pareti sono interamente ricoperte da un pregevole ciclo di affreschi. Addentrandosi nel bosco in località Caserza è possibile scorgere i resti dell’antica chiesetta di San Andrea di Bovarizia, risalente con tutta probabilità al XII secolo.
Il suo territorio fu abitato fin dall’epoca preromana come testimoniano le tombe ritrovate in località La Cà ed era attraversato da itinerari che mettevano in comunicazione la Valle Scrivia, Trebbia e Borbera. Ancora oggi è possibile percorrere i numerosi sentieri che conducono all’Antola passando per i borghi di Piancassina, Lavazzuoli e Casoni di Lomà con i suoi ricoveri in pietra utilizzati per la transumanza.
I nuclei abitati sono sparsi sui versanti, ciascuno connotato da una sua identità. Come Casareggio e Tonno, adagiati lungo il pendio, con le loro case in pietra e i lavatoi all’esterno.
I numerosi rii che segnano la valle, hanno rappresentato, per molti secoli un’importante fonte di energia per le attività contadine. E’ facile così imbattersi nei resti di antichi mulini che un tempo erano utilizzati per la produzione della farina in particolare di castagne. Capolavori dell’ingegneria idraulica come i tre mulini di Frassineto: disposti uno di seguito all’altro per sfruttare al meglio la forza motrice dell’acqua e macinare, contemporaneamente, tre prodotti differenti: grano, castagne e mais.
La coltura del castagno ha condizionato la vita degli abitanti di questo territorio. Percorrendo la strada che conduce a Pareto si possono visitare alcuni seccherecci per castagne ora riportati nelle forme originali.
A Frassinello sorge un edificio che lascia ancora trasparire i connotati della primitiva Palazzina di caccia dei Fieschi.
Attrae subito l’attenzione il Santuario di Nostra Signora dell’Acqua, le cui forme attuali risalgono alla metà del Settecento, ricorda la miracolosa guarigione dalla peste di una pastorella che aveva bevuto l’acqua di una fonte vicina. In passato è stata anche un importante punto di riferimento devozionale per i numerosi emigranti sparsi nel mondo che hanno lasciato il territorio a partire dall’Ottocento. Devozione locale espressa anche nella piccola Cappella di San Giacomo di Mareta, costruita nel 1576, le cui pareti sono interamente ricoperte da un pregevole ciclo di affreschi. Addentrandosi nel bosco in località Caserza è possibile scorgere i resti dell’antica chiesetta di San Andrea di Bovarizia, risalente con tutta probabilità al XII secolo.
Il suo territorio fu abitato fin dall’epoca preromana come testimoniano le tombe ritrovate in località La Cà ed era attraversato da itinerari che mettevano in comunicazione la Valle Scrivia, Trebbia e Borbera. Ancora oggi è possibile percorrere i numerosi sentieri che conducono all’Antola passando per i borghi di Piancassina, Lavazzuoli e Casoni di Lomà con i suoi ricoveri in pietra utilizzati per la transumanza.
Santuario di Nostra Signora dell’Acqua
Disegno dei ruderi della Chiesetta di Sant’Andrea di Bovarizia presso Caserza
Il Comune di Valbrevenna
http://www.comune.valbrevenna.ge.it
Parco Naturale Regionale dell’Antola
http://www.parcoantola.it
Pro Loco di Valbrevenna
http://www.prolocovalbrevenna.it
Centro Studi Storici Alta Valle Scrivia e località viciniori
http://www.centrostudistoriciavs.it
http://www.comune.valbrevenna.ge.it
Parco Naturale Regionale dell’Antola
http://www.parcoantola.it
Pro Loco di Valbrevenna
http://www.prolocovalbrevenna.it
Centro Studi Storici Alta Valle Scrivia e località viciniori
http://www.centrostudistoriciavs.it